Casinò, il banco ha perso: i licenziamenti sono all'orizzonte

 

I sindacati abbandonano il tavolo delle trattative: si va all'ufficio territoriale del lavoro

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AOSTA. I sindacati hanno abbandonato il tavolo delle trattative per la riorganizzazione aziendale che il Casinò di Saint-Vincent dovrà attuare a seguito dell'approvazione del piano di rilancio.

La questione centrale è sempre quella dei licenziamenti. «Contrariamente a quanto è stato dichiarato il piano industriale non è servito a superare la procedura di licenziamenti collettivi visto che non sono stati in grado di proporci un modello di riorganizzazione e un piano di rilancio» ha affermato Claudio Albertinelli del Savt. «I lavoratori - ha aggiunto - contribuiscono già con tagli sugli stipendi da 6.000 a 25.000 euro all'anno ed è inaccettabile che ci chiedano ancora sacrifici».

L'azienda, lamentano i sindacati, ha avanzato diverse richieste che penalizzano i lavoratori senza però dare indicazioni sulle azioni che dovranno far aumentare gli introiti della casa da gioco. Le richieste arrivate dalla società includono un aumento del 50% dei tagli agli stipendi, la soppressione della quattordicesima e la riduzione delle ferie di 10 giorni.

«L'incontro di oggi non ha portato a nulla - ha commentato Wilma Gaillard della Cgil - anche perché l'azienda non si è presentata con alcun documento e alcun piano di riorganizzazione, ma semplicemente con l'elenco delle azioni che vuole mettere in campo per il taglio del costo del lavoro e non ha prodotto nemmeno alcun elemento che vada a cercare una soluzione per l'aumento dei ricavi».

Ha pesato anche l'assenza dell'amministratore unico Di Matteo: «oggi - è l'accusa dei sindacati - non ha mai trovato il tempo di presentarsi al tavolo».

Netto il giudizio di Giorgio Piacentini della Cisl: «l'azienda ha fatto il contrario di quanto avrebbe dovuto fare: avrebbe dovuto darci i documenti per capire come intende riorganizzare il lavoro, purtroppo non ci ha fornito alcun elemento».

Ora si passa alla parte amministrativa prevista dalla procedura in atto con la convocazione davanti all'ufficio territoriale del lavoro entro 30 giorni. «Da qui alla convocazione da parte dell'ufficio del lavoro - ha aggiunto Piacentini - può succedere di tutto, anche che l'azienda ci convochi nuovamente».

 

Marco Camilli

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