Testo modificato: gli obbligatori ridotti a 10, via perdita della patria potestà
ROMA. Dopo il via libera nella tarda serata di lunedì dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato arriva nell'aula di Palazzo Madama il decreto vaccini, su cui il Governo ha posto la fiducia.
Tra le modifiche che hanno interessato il testo la principale riguarda la riduzione delle vaccinazioni obbligatorie, passate da 12 a 10: polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Le profilassi diventano necessarie per entrare a nido e asilo da 0 a 6 anni mentre da 6 a 12 (elementari, medie biennio delle superiori) l'alunno viene comunque ammesso, però i genitori vanno incontro a una sanzione. A queste, poi, se ne aggiungono altre 4 "consigliate": antimeningococco B e C, anti-pneumococco e anti-rotavirus.
Scendono però le sanzioni ai genitori che non vaccinano e viene tolto il riferimento al rischio della perdita di patria potestà. Tra gli emendamenti approvati nei giorni scorsi, uno prevede la possibilità, per i medici, di somministrare i vaccini in farmacia.
Approvato anche un emendamento che prevede l'istituzione dell'Anagrafe vaccinale nazionale, che registrerà la situazione vaccinale degli italiani, e un emendamento che prevede vaccinazioni anche per operatori sanitari, sociosanitari e scolastici. Ma su quest'ultimo si attende il parere della Commissione Bilancio.
In Conferenza delle Regioni la Valle d'Aosta ha espresso nei giorni scorsi parere contrario al decreto vaccini tramite il presidente Pierluigi Marquis. «Il nostro "no" non era contro i vaccini, bensì contro la coercizione», hanno ribadito Marquis e l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Bertschy, a margine della conferenza stampa di giunta del lunedì. La Valle d'Aosta, tramite il Consiglio regionale, ha recentemente approvato una risoluzione che mirava proprio a ridurre le sanzioni a carico dei genitori tra i quali proprio la perdita della patria potestà.
Clara Rossi