Il direttore Anna Maria Beoni: La carenza di medici psichiatri si fa sentire anche in Valle d'Aosta
AOSTA. Nel mondo ci sono tantissime realtà diverse, ognuna con la propria storia, la propria cultura, le proprie radici. Purtroppo molte di queste realtà vivono ancora l'esistenza dei manicomi e le leggi che li prevedono. L'Italia è uno dei pochi paesi dove, per fortuna, non esistono più da trentotto anni.
Quali risultati e quali miglioramenti abbiamo raggiunto da allora a oggi? Quali differenze con il resto del mondo che vive ancora questa brutta realtà? La gestione del paziente psichiatrico rimase più o meno la stessa fino al periodo compreso tra il 1968 e il 1974. Proprio in quest'ultimo anno un gruppo di psichiatri guidati da Franco Basaglia, in seguito al clima fortemente rivoluzionario di quegli anni, propone una nuova legge riguardo l'assistenza psichiatrica. Si trattava della legge 180, che andrà poi a confluire nella legge 833, con la quale fu istituito il sistema sanitario nazionale italiano. La gestione del paziente viene integrata all'interno di una lavoro previdenziale sul territorio con la creazione dei CIM (Centri di Igiene Mentale). Si tratta di strutture dedicate all'assistenza psichiatrica di base, fermo restando che l'ospedalizzazione del paziente è un processo secondario.
La vera rivoluzione portata avanti dal gruppo di lavoro guidato da Basaglia fu la gestione dei casi acuti. Se prima i pazienti erano ricoverati in modo coatto, sotto il controllo dell'autorità giudiziaria, ora il ricovero diventava di tipo volontario come per qualsiasi altra branca dell'assistenza medica. Nei casi acuti, però, si decise di optare per il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Esso indicava i termini entro i quali un paziente poteva essere ricoverato contro la sua volontà.
Da un quadro generale che ci permette di capire l'evoluzione psichiatrica negli anni, scendiamo ora in una realtà che ci tocca da vicino. Come è gestita oggi la psichiatria in Valle d'Aosta? Lo abbiamo chiesto al Direttore della Struttura Complessa e del Dipartimento di Salute Mentale dell'USL della Valle d'Aosta, Dr.ssa Anna Maria Beoni: «Il dipartimento di Salute Mentale di Aosta comprende il Ser.D cioè il Servizio Dipendenze, il Servizio di Psicologia, la Struttura di Psichiatria e il Servizio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (centro DCA). Siamo collegati funzionalmente con la Neuropsichiatria Infantile. Il nostro obiettivo è quello di operare sugli adolescenti e sui giovani adulti per quanto riguarda gli esordi psicotici e l'abuso di sostanze. Lavorare sui giovani quindi, sia sulla prevenzione che sulla cura, per questa ragione collaboriamo con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile, con le famiglie e con le scuole per combattere il bullismo. Nella stagione estiva c'è stata un'evoluzione delle malattie, sono aumentati i ricoveri? «Con il cambio di stagione, in estate soprattutto, si assiste ad un aumento degli episodi depressivi, nell'ambito dei Disturbi dell'Umore e dei Disturbi Bipolari, caratterizzati da un'alternanza di episodi depressivi e di episodi di euforia. L'insonnia, in questo ambito, è uno dei primo sintomi che fanno pensare ad uno scompenso. Nei casi più gravi occorre un ricovero, mentre negli altri occorre effettuare una rivalutazione terapeutica».
Vista non solo la simpatia spontanea che trasmette la Dr.ssa Beoni, ma anche la sua disponibilità, cogliamo l'occasione per approfondire l'argomento proponendole un argomento delicato: la valutazione dell'incidenza della crisi economica sull'andamento di certe patologie. «Sicuramente - spiega - la crisi economica ha causato numerosi casi depressivi, li leggiamo ogni giorno sulle pagine dei giornali, ma li notiamo anche in Valle d'Aosta. Tali disturbi sono causati dalla mancanza di denaro, dalle separazioni, dai lutti, dalle carenze affettive e, in particolare, dalla perdita del lavoro. Questo fattore è molto importante perché perdendo il lavoro si perde il proprio ruolo sociale, la propria identità. Nei casi più gravi, quando c'è un tentativo anti conservativo, occorre il ricovero, in quelli meno gravi può essere attivato un trattamento ambulatoriale che può essere psicologico e farmacologico».
Sempre più difficile, approfondiamo ulteriormente, fino a mettere il dito nella piaga, in una ferita che occorre sanare, una ferita causata dalla normativa vigente che, forse, ha bisogno di essere regolamentata. In Valle d'Aosta quante e quali risorse sono state tolte al Dipartimento di Psichiatria, in termini di personale, farmaci, finanziamenti, strutture? «Parlando di risorse umane abbiamo una carenza di personale su tutto il Territorio Nazionale e anche in Valle d'Aosta. Recentemente, per esempio, abbiamo avuto 3 pensionamenti non sostituiti. La normativa, già da molti anni, ha previsto il numero chiuso per i medici psichiatri, ora, a distanza di tempo, si assiste alla carenza di organico, verificatasi a causata dell'impossibilità di accedere alle iscrizioni e, nello stesso tempo, ai pensionamenti per sopraggiunti limiti di età, non c'è stato, quindi, un sufficiente ricambio. Siamo sottodimensionati come medici». Prosegue poi la Dr.ssa Beoni: «In merito ai farmaci l'USL ci invita a fare prescrizioni mirate e ad utilizzare i farmaci solo se strettamente necessari poiché quelli che utilizziamo sono molto costosi».
Per quanto riguarda i finanziamenti invece? «I finanziamenti stanziati dall'USL per contribuire all'inserimento dei pazienti nelle Comunità Terapeutiche non si sono ridotti. Nel 2016 c'è stata una riorganizzazione delle Comunità Terapeutiche finalizzata a interventi maggiormente mirati. In Valle d'Aosta abbiamo tre Comunità per Tossicodipendenti e quattro Comunità Psichiatriche. Settimanalmente si riunisce la Unità di Valutazione di Salute Mentale UVSM che decide gli inserimenti, le proroghe e le dimissioni dalle strutture, quindi deve fornire un rendiconto mirato all'azienda. Nell'ambito ospedaliero i ricoveri possono essere volontari, in regime di day hospital o di TSO che cerchiamo di limitare.»
Come sono distribuiti sul territorio della Valle d'Aosta i medici psichiatri? «Abbiamo due ambulatori settimanali a Donnas, un ambulatorio settimanale a Verres, 2 ambulatori settimanali a Chatillon e un ambulatorio settimanale a Morgex più sette ambulatori settimanali ad Aosta. Gli utenti di Variney e di Villeneuve accedono agli ambulatori di Aosta. Lo ammetto, facciamo molta fatica, la carenza di medici ci ha messo nelle condizioni di chiudere i due ambulatori di Variney e di Villeneuve.»
Per chiudere un quadro decisamente esaustivo fatto dalla Dr.ssa Beoni, sorge spontanea una domanda, quali sono le prospettive future e i suoi auspici? «Puntiamo soprattutto sui giovani ed in questo siamo sostenuti dalla Direzione Strategica. Direi, senza alcun dubbio, che le prospettive future si concentrano sui giovani, le famiglie, gli abusi di sostanze psicotrope. La presa in carico agli esordi della patologia dà risultati più soddisfacenti.
Negli ultimi sei mesi è stato implementato il servizio di educativa territoriale al fine di mantenere i pazienti a domicilio sostenendoli con persone qualificate.
Il futuro è rappresentato da una maggiore integrazione tra i vari servizi al fine di poter maggiormente collaborare. Per esempio abbiamo un progetto sull'autismo che prevede anche il coinvolgimento della scuola. Ascoltare l'esigenza del paziente è fondamentale al fine di poterlo capire e aiutare nel migliore dei modi. Mi auspico che arrivino più psichiatri in Valle d'Aosta al fine di poter aprire più ambulatori iperspecialistici e puntare su progetti domiciliari».
Laura Uglietti