AOSTA. Il territorio della Valle d'Aosta è sempre più verde, ma la rivelazione non è così positiva come si potrebbe pensare. "Verde" in questo caso è infatti riferito proprio alla vegetazione presente sulla superficie e non alla sostenibilità ambientale. E se in una regione di alta montagna il verde si espande significa che il clima sta cambiando e i prati e la flora in generale conquistano quote sempre più alte, arrivando lì dove prima c'erano habitat quasi desertici tipici di alta montagna e ghiacciai.
Rispetto all'inizio dell'attuale millennio la superficie vegetata è visibilmente più ampia e "più verde" (nella foto in alto, la zona di Moron a Saint-Vincent). Questo mutamento cromatico è stato immortalato dalle immagini satellitari e analizzato dall'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente (Arpa) della Valle d'Aosta con lo studio "Climatic Drivers of Greening Trends in the Alps", realizzato nell'ambito dell'ALCOTRA AdaptMontBlanc e recentemente pubblicato sulla rivista internazionale "Remote Sensing".
L'espansione della vegetazione, spiega Arpa, è provocata da" tre fenomeni distinti ai quali concorrono il cambiamento climatico e il cambiamento d’uso del territorio".
Anzitutto l'aumento delle temperature, un fenomeno graduale e generalizzato che coinvolge ancora di più le montagne "e fa si che boschi e prati rimangano verdi più a lungo nell'arco della bella stagione". La seconda causa invece è più localizzata ed è legata "all'aumento della superficie vegetata o della biomassa, a causa in primo luogo dell'abbandono di parte dei pascoli in montagna e la conseguente invasione di arbusti ed alberi e secondariamente del ritiro dei ghiacciai, che libera nuove superfici sulle quali si afferma la vegetazione". Infine l'Arpa ha notato una densificazione della foresta: i boschi diventano più fitti.
Gianluca Filippa, primo autore dello studio, spiega: «Abbiamo ottenuto questi risultati elaborando immagini satellitari a media risoluzione disponibili dal 2000. È proprio questa lunga serie di dati che ci ha permesso di descrivere come è cambiata la vegetazione durante gli ultimi vent'anni. Da adesso, grazie alla nuova generazione di satelliti, che ci forniscono immagini sempre più dettagliate e frequenti, potremo capire in modo molto più preciso come gli ecosistemi dell’arco alpino reagiscono ai cambiamenti in atto».
L'Agenzia per la protezione dell'ambiente sottolinea come non tutto sia negativo: un aumento della vegetazione contribuisce a ridurre l'anidride carbonica in atmosfera. "Questa tendenza sul lungo periodo è però indebolita sempre più spesso da episodi di segno opposto - rileva infine Arpa -, dove assistiamo ad un minor vigore della vegetazione, in risposta a episodi meteorologici estremi come le prolungate siccità estive".
Elena Giovinazzo