La terapia permette di intervenire su pazienti che non possono essere sottoposti a bypass o angioplastica
AOSTA. All'ospedale regionale U. Parini è stata utilizzato lo scorso 9 aprile per la prima volta un innovativo trattamento interventistico cardiologico chiamato Reducer. Lo annuncia l'azienda Usl spiegando che il trattamento è rivolto a pazienti "altamente complessi" che soffrono di coronaropatia grave e che non possono essere sottoposti agli interventi tradizionali come bypass o angioplastica. A beneficiarne è stato un paziente valdostano affetto da "coronaropatia critica multivasale gravemente sintomatica e non rivascolarizzabile".
Il primario di Cardiologia, Paolo Scacciatella, spiega: "Ogni anno una percentuale variabile dall'1 al 5% dei pazienti con cardiopatia ischemica sottoposti a coronarografia presentano una malattia coronarica così grave ed estesa da non poter essere trattati. Questi pazienti, che presentano solitamente forme di angina pectoris invalidanti e sono costretti a frequenti ricoveri ospedalieri, vengono definiti “no-option”, ovvero senza opzioni terapeutiche. Questa terapia interventistica consiste nel posizionamento attraverso la vena giugulare destra di uno stent occlusore nel seno venoso coronarico ed è finalizzata ad aumentare la perfusione del microcircolo del cuore ischemico con conseguente miglioramento dei sintomi anginosi e della capacità funzionale”.
"Il sistema Reducer - precisa l'azienda sanitaria - è preso in considerazione nelle Linee Guida Europee per i pazienti con angina pectoris refrattaria (2019 European Society of Cardiology Guidelines for the diagnosis and management of chronic coronary syndromes)".
C.R.