Un Valdostano nel Comitato Scientifico della Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta

Il dott. Munoz, radioterapista, è stato nominato alcuni giorni fa nell'ambito dell'Autorità Centrale di Coordinamento 

 

Fernando Munoz

Nella sanità, come in molti altri ambiti della grande macchina dello Stato, ciò che spesso conta sono i numeri. Sono numeri le evidenze statistiche, numeri i dati scientifici, numeri i risultati.

Con i piccoli numeri non si possono mai ottenere grandi risultati; siccome la Valle d'Aosta è e sarà sempre un piccolo numero nel panorama Italiano, anche a livello di singole utenze da assistere, l'unica soluzione politico-amministrativa attuabile per lo sviluppo di una sanità futuribile è quella di puntare sul prestigio.

Creare un polo di eccellenza che possa essere attrattivo e che ne giustifichi le spese sanitarie è la soluzione più opportuna per la nostra regione. Ma lo si sta facendo fino in fondo? All'Ospedale Parini operano silenti delle eccellenze italiane: i Valdostani lo sanno?

È fresco di nomina da pochi giorni, ad esempio, il dott. Fernando Munoz all'interno del Comitato Scientifico dell'Autorità Centrale di Coordinamento della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d'Aosta.

Munoz è l'unico radioterapista nel Comitato, che ospita nomi dell'eccellenza medica Piemontese, ma anche e soprattutto è l'unico Valdostano a cui è stata riconosciuta questa opportunità.

Il Comitato assume un ruolo centrale nella gestione oncologica, poiché si occupa di fornire pareri in merito a terapie da effettuare presso altre regioni, di redigere il piano Triennale della Rete Oncologica, di valutare l'acquisizione di nuove tecnologie e di formare nuove operatori: detta quindi le linee guida di sviluppo dell'intera rete del nord-ovest italiano.

Una posizione quella del dott. Munoz, che sancisce l'assoluta competitività e avanguardia della Struttura di Radioterapia Oncologica da lui diretta in Valle d'Aosta.

«Alimentiamo la mobilità attiva - dice il dott. Munoz - ovvero l'opportunità per i malati di altre regioni di venire a farsi curare in Valle d'Aosta, dove disponiamo di tecnologie ed eccellenze all'avanguardia. Lavoriamo, studiamo, investiamo e ci crediamo». prosegue il primario. «lo dico anche a nome di tutto il mio staff che mi sta seguendo in questo progetto di crescita, perché l'obiettivo comune è quello di aiutare più persone possibile, nel miglior modo possibile».

È un bene, un progetto, una visione, ma soprattutto un capitale umano che la Valle d'Aosta possiede, a discapito dei numeri: è un grande peso specifico.

 

 

I.S.

 

 

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