Il 70% delle valdostane sottoposte al test ha evitato la chemioterapia
Poco più di due anni fa la Giunta regionale della Valle d'Aosta approvava l'aggiunta nei Livelli Essenziali di Assistenza del test genomico per calibrare nel miglior modo possibile le cure rivolte alle pazienti con cancro al seno in stadio precoce. Oggi l'Azienda Usl valdostana rende noto i risultati di questa novità.
Il test consente di valutare meglio i casi in cui la chemioterapia ha un reale beneficio per la paziente. Due donne su dieci che ricevono la diagnosi di tumore presentano fattori prognostici indeterminati: gli esami abituali non consentono di capire se il trattamento chemioterapico, molto tossico per l'organismo, ha per loro un reale beneficio.
Il bilancio dell'uso dei test genomici è "molto positivo", afferma l'azienda sanitaria valdostana. "Nel corso del 2022, i test ormonoresponsivi hanno permesso a 16 donne su 23 risultate eleggibili al test di evitare la chemioterapia che sarebbe stata altrimenti prescritta, con un netto beneficio per l'impatto sia sulla vita delle pazienti sia sul sistema sanitario". L'esame ha permesso di evitare 256 cicli di chemioterapia.
Sempre lo scorso anno la Breast Unit dell'ospedale Parini ha diagnosticato 162 nuovi casi di carcinoma alla mammella. "Di queste pazienti - fa sapere ancora l'Usl - 105 hanno ricevuto un intervento chirurgico come trattamento primario e per 98 era disponibile l’istologico per la valutazione multidisciplinare post intervento: 23 di loro sono risultate eleggibili al test OncotypeDx. Dopo il test soltanto 7 hanno dovuto effettuare un trattamento chemioterapico".
La direttrice della struttura di Oncologia del Parini, Marina Schena, sottolinea come in Valle d'Aosta nel 2022 si sia verificato un aumento dei nuovi casi, molti dei quali già metastatici. Anche se è rivolto alle pazienti con malattia in stadio precoce, il test genomico rappresenta un «importante progresso nell'ottica di una cura sempre più mirata e personalizzata».
E.G.