Innalzando il massimale il numero di posti disponibili oggi supera quello dei valdostani che devono ancora scegliere il proprio medico
La situazione dell'assistenza medica di base ai valdostani ha raggiunto un (precario) equilibrio. Dopo mesi di soluzioni "tampone" con ambulatori ad accesso diretto spuntati come funghi sul territorio regionale, ad oggi i posti disponibili tra i medici di famiglia sono superiori agli assistiti che ancora non hanno scelto un medico.
Qualche dato fornito dall'azienda Usl. Lo scorso autunno circa 6.000 valdostani erano senza medico di famiglia a causa di trasferimenti, pensionamenti e cessazioni. Oggi i posti disponibili sono 5.499 e gli assistiti che devono ancora scegliere il proprio medico sono all'incirca la metà, 2.801 per la precisione.
"Le azioni strategiche messe in campo dall'Azienda Usl della Valle d'Aosta e dall'assessorato alla sanità hanno permesso di garantire la copertura del medico di famiglia a tutti gli assistiti in uno scenario in cui pensionamenti, trasferimenti e carenza nazionale di professionisti impatta sempre di più", affermano in una nota Usl e assessorato regionale.
In effetti la mancanza di medici ha trovato una soluzione che tuttavia rischia di non essere sostenibile a lungo termine. La situazione si è sbloccata solo in parte grazie a nuovi reclutamenti. Decisivo è stato l'innalzamento del tetto massimo di assistiti che ogni medico può seguire. Per la Valle d'Aosta questo numero è portato a 1.800 a fronte di una media nazionale (aggiornata agli anni pre-pandemia) di circa 1.150 assistiti per ciascun dottore. Negli ultimi giorni ulteriori tre medici hanno accettato questo aumento di incarico, facendo quindi ulteriormente salire i posti disponibili. A ciò si aggiunge la deroga per coloro che risultano nello stesso nucleo familiare.
Anche sul fronte della pediatria le criticità sono per ora rientrate. Merito del recente accordo integrativo regionale che ha portato ad avere 1.649 posti disponibili a fronte di 581 bambini e ragazzi senza pediatra di libera scelta.
«Nel 2023 nessun medico raggiunge l'età di pensionamento», spiega l'Usl. «Ovviamente non è escluso che in corso d’anno qualcuno decida di trasferirsi, dimettersi o collocarsi in quiescenza facoltativa - aggiunge il direttore generale Uberti - In tal caso riprenderà la paziente opera di ricerca di medici reclutabili per coprire eventuali nuove carenze».
Marco Camilli