Il Parco Nazionale Gran Paradiso: attività che "stressano" e mettono a rischio la salute della fauna selvatica
AOSTA. I sorvoli non autorizzati nel Parco Nazionale del Gran Paradiso sono penalmente sanzionabili, anche se ad effettuarli sono alianti o droni. A porre l'accento sulla questione è l'Ente Parco commentando due episodi avvenuti in Valsavaranche e in Valle Soana condannati dai tribunali di Aosta e di Ivrea per la violazione della legge quadro sulle aree protette.
Spiega l'Ente Parco: "relativamente ai voli in aliante e parapendio, numerosi studi condotti negli ultimi anni in ambiente alpino, dimostrano come lo stesso possa causare un notevole disturbo nei confronti della fauna selvatica e in particolare degli ungulati di montagna, come camoscio e stambecco". Le ricerche hanno dimostrato che "il volo irregolare e imprevedibile di alianti e parapendio causi reazioni di fuga anche più intense del volo a motore" e la fuga "comporta un notevole dispendio di energia con conseguenze potenzialmente negative per quanto riguarda la sopravvivenza e perfino la riproduzione, oltre ad aumentare il rischio di cadute accidentali". Il Parco degli studi condotti in Svizzera sul calo di peso delle femmine di camoscio nelle zone dove si è iniziato a praticare il parapendio.
I sorvoli possono essere autorizzati solo in particolari casi: per attività di soccorso alpino o di protezione civile, per ricerca scientifica, per il trasporto di uomini o materiali per lavori in quota o ancora per il trasporto di disabili.
«Siamo sicuri che i patiti del volo libero, amanti della natura e delle emozioni che si deve provare a volare fra le nostre splendide montagne, di buon grado rinunceranno a farlo nelle aree protette, per contribuire a conservare questo raro patrimonio naturale per le generazioni future» conclude Achaz von Hardenberg, biologo del Parco.
E.G.