Si dice spesso che la Valle d’Aosta sembri più grande di quanto non sia da un punto di vista prettamente di estensione geografica. E probabilmente è così, dato che alla regione non manca davvero nulla, sia in termini paesaggistici (solo il mare è assente), sia in termini di beni e servizi. Industrie, turismo, agricoltura e pascoli: la Valle d’Aosta è come una piccola nazione completa di tutto, persino di una delle poche sale gioco che sono presenti sul territorio italiano: il casinò Saint Vincent.
Oltre a quello valdostano, infatti, sorgono su suolo italico solamente quello di Sanremo, i due di Venezia (Ca’ Vendramin Calergi e Ca’ Noghera) e quello dell’enclave italiano in Svizzera: Campione d’Italia. Per il resto, i nostri concittadini, qualora vogliano giocare in altre parti dello Stivale senza muoversi dalla propria regione, si rivolgono solitamente o ai casino online o a piccole sale terrestri ivi presenti. Ma come e quando ha attecchito il gioco in Valle d’Aosta? Un quesito molto interessante al quale cercheremo di rispondere nelle prossime righe.
In origine fu il Saint Vincent
Come per ogni domanda sulle origini di un dato fatto, abitudine, mito o leggenda, non si hanno dati certi. Ossia, non è facilissimo rispondere alla domanda su quando davvero il gioco sia giunto in Valle d’Aosta. Sicuramente l’influenza della vicina Francia si è fatta sentire e non poco, dato che in territorio transalpino sono nati alcuni dei giochi da sala più famosi ad oggi nel mondo: dalla roulette al blackjack, passando per lo Chemin de Faire, noto anche come Baccarat. Qualcuno dice che anche il poker possa avere un avo francese, ma non c’è nulla di confermato. Fatto sta che, secondo alcune stime, il gioco potrebbe aver trovato terreno fertile in Valle d’Aosta già alla fine del Settecento - inizio Ottocento, con lo scavallare oltre le Alpi di tali giochi da tavolo e di carte. Ma un dato certo lo abbiamo solo più tardi, quando si decise che, dopo Venezia, Sanremo e Campione d’Italia, anche la Valle d’Aosta dovesse fornirsi di un proprio edificio dedicato al gioco d’azzardo legale. Da qui deriva la nascita del casinò di Saint Vincent.
Esso doveva aprire le porte ai visitatori già molto prima della reale data di inaugurazione, risalente al 1947. Parliamo di 26 anni prima, il 1921, dato che il sindaco dell’epoca era già riuscito a farsi dare il nullaosta per l’apertura della sala, con tanto di licenze. A fermarne la precoce apertura furono le idee politiche antifasciste del primo cittadino e la successiva entrata in guerra del Paese. Per questo motivo, si dovette attendere il marzo del 1947 per vedere finalmente il casinò entrare in funzione.
Inizialmente la struttura era ospitata in alcune sale dell’hotel Billia, mentre è diventato autonomo dall’albergo a partire dal 1957, esattamente nella ricorrenza del primo decennio di attività, per quanto il legame tra le due realtà rimanga ancora molto saldo. Ad oggi, dopo un momento di difficoltà vissuto tra gli Anni Ottanta e Novanta, il casinò Saint Vincent vive un nuovo momento di splendore, con un utile netto di oltre 8 milioni di euro nel 2022 e ospitando 120 tavoli da gioco (Poker, roulette, blackjack, baccarat) e centinaia di slot machine molto avanzate tecnologicamente.
Dal Saint Vincent ai casinò online
Ovviamente, il fascino del casinò fisico resta inalterato per gli abitanti della Valle d’Aosta, che lo considerano un gioiello della propria regione. Certo è, però, che anche i valdostani hanno fatto i conti con il passare degli anni e delle evoluzioni tecnologiche messe a disposizione nei giorni nostri. Di conseguenza, il gioco online è arrivato ad essere parte della cultura ludica della Val d’Aosta, con la possibilità di raggiungere i portali di iGaming da qualsiasi dispositivo connesso ad internet. Inoltre, il fatto di non avere orari di chiusura e apertura, di proporre agevolazioni economiche per i nuovi iscritti o gli utenti più fedeli e una più ampia scelta di giochi, permette ai casinò online di avere un maggiore appeal rispetto a quelli fisici.
Addirittura, anche il casinò Saint Vincent, seppure stia vivendo un’annata da record come dimostrato dai numeri di marzo, si è dovuto adeguare alla nuova situazione, mettendo a disposizione degli utenti una versione digitale del proprio casinò, alla pari di quanto fatto da Venezia e Sanremo. Questo per far fronte ad una possibile crisi che potrebbe esserci con il passare degli anni del comparto del gioco fisico, già abbondantemente superato dai numeri dell’online nel corso del 2022, con una tendenza che, anche in Valle d’Aosta, certamente potrà solo che essere confermata dalle generazioni successive.