Il percorso era chiuso dall'estate 2020 per manutenzione straordinaria
A poco più di un anno dalla chiusura, la via ferrata che conduce alla vetta del Mont Émilius è tornata accessibile. Con i suoi 500 scalini e oltre, e grazie al ponte tibetano lungo 30 metri, il percorso permette di superare 650 metri di dislivello verso la vetta che domina la piana di Aosta.
La ferrata è rimasta chiusa dalla scorsa estate per la necessità di effettuare una manutenzione straordinaria. Il ponte tibetano, realizzato a 35 metri dal suolo, è stato rinnovato. Chi lo percorrerà in futuro camminerà su pannelli metallici elettrosaldati in sostituzione dei pannelli in legno, più soggetti a usura. Il nuovo piano di calpestìo fornisce alla struttura maggiore solidità, inoltre è meno scivoloso e aiuta a scaricare gli accumuli di neve.
Un'operazione relativamente semplice come il cambio di pannelli del ponte ha portato a dover modificare anche il sistema di fissaggio delle funi. Ora il ponte è sorretto da due cavi in più che sostengono la base del camminamento e constrastano l'effetto di torsione causato dal vento.
Sul resto della via ferrata i lavori sono stati effettuati interventi di disgaggio e di sostituzione e spostamento degli ancoraggi instabili e delle funi. Ma non è tutto. Infatti la collaborazione tra l'Unité Mont Émilius, il Comune di Charvensod, il gestore del rifugio Arbolle e due sponsor privati ha permesso di realizzare una seconda via. Si tratta di un percorso ad anello il cui sentiero di avvicinamento parte dal rifugio Arbolle e prosegue verso il lago dell'Echo, sale al Col Ros (3.071 m slm) e poi al Mont Ros (3.250 m). Da qui la via si collega con il vecchio percorso verso la vetta. I tempi: due ore e mezza per giungere al Colle e altre quattro ore per completare la ferrata. Nel complesso, tra andata e ritorno, servono nove ore di cammino.
Soddisfatto il vice sindaco di Charvensod, Laurent Chuc. «Il rifugio Arbolle di proprietà del Comune di Charvensod - evidenzia - è punto di riferimento importante per la frequentazione turistica della nostra località e questa nuova possibilità offerta agli appassionati della montagna non può che accrescerne l'attrattività, a beneficio dell'intero territorio».
«Consentire nuovamente l'accesso alla vetta del Mont Emilius - aggiunge il presidente dell'Unité Michel Martinet - rendendo nuovamente disponibile la via ferrata e raddoppiandola è un risultato eccellente in considerazione del fatto che tutto è stato realizzato in un anno e in un anno particolare: quello in cui ogni procedura e intervento è stato rallentato a causa dell’emergenza Covid».
[carousel]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[carousel_item]
[/carousel_item]
[/carousel]
Dettagli tecnici della "vecchia" via ferrata
Il percorso è articolato da 1.450 metro di cavi, oltre 500 scalini, 5 corrimani, un ponte tibetano e il perioco di percorribilità consigliato va da luglio a settembre. È vietato affrontare la ferrata durante i temporali perché le componenti metalliche possono comportarsi da parafulmine.
Il tempo di percorrenza è di cinque ore alle quali bisogna sommare le tre ore di avvicinamento al Bivacco Federigo (inizio via ferrata) e ulteriori quattro ore per il rientro a valle, percorrendo la via normale. Attrezzatura obbligatoria certificata CE: casco, guanti, scarponi e imbrago con set da ferrata (dispositivo di auto-assicurazione con connettori di tipo K e dissipatori).
Considerata la difficoltà e lo sviluppo in quota elevata la ferrata è destinata quindi a soli alpinisti esperti con buona resistenza fisica. È inoltre necessario un abbigliamento adeguato all'alta montagna, zaino con picozza e ramponi e una lampada frontale.
Clara Rossi