FdI: record mondiale di denaro pubblico speso per gare non svolte. VdA Aperta: chi risarcirà i valdostani dei danni ambientali ed economici subiti?
Le gare di discesa libera di sci alpino Zermatt-Cervinia previste in autunno, nell'ambito del calendario 2024/2025 di Coppa del Mondo, sono annullate.
«Dopo un’approfondita consultazione con gli atleti - si legge nella comunicazione della Federazione internazionale dello sci diffusa dalla Fisi -, le loro squadre e le altre parti interessate coinvolte nell’evento, FIS, Swiss-Ski e la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) hanno concordato di non includere Zermatt/Cervinia nel progetto di calendario alpino 2024/25».
La decisione è stata presa dopo che per due stagioni le gare erano state cancellate all'ultimo momento a causa delle condizioni meteo (la prima volta a causa della poca neve e delle temperature alte, la stagione successiva per la troppa neve e il troppo vento). Senza dimenticare le polemiche per i lavori di preparazione della pista con le ruspe al lavoro sul ghiacciaio che hanno originato un'ondata di indignazione anche tra sportivi e campioni di sci.
La comunicazione della rimozione della tappa di Zermatt-Cervinia delle gare di Coppa del mondo ha scatenato diverse reazioni politiche.
Fratelli d'Italia VdA in una nota parla di «record mondiale assoluto di denaro pubblico speso rispetto al filotto consecutivo di gare non svolte». Il partito ricorda la spesa annuale di 650mila euro sulla base di un contratto tra Valle d'Aosta e Comitato organizzatore ai quali si aggiungono «gli eventuali importi ordinari e straordinari che altri enti pubblici oltre la regione, come il Comune di Valtournenche e della Società Cervino, a vario titolo hanno speso partecipando all'iniziativa».
«Ritenendo che le risorse pubbliche provenienti dalle tasse pagate dai contribuenti non possano essere impiegate in iniziative dal simile esito», FdI chiede che «venga fatta piena luce sui contenuti del contratto esistente tra la Regione e il comitato organizzatore della non gara e di conoscere, nel dettaglio, tutte le altre voci di spesa attribuibili a questa iniziativa, certamente bella sulla carta, ma che presentava come dimostrato dai fatti innegabili rischi per la sua realizzazione».
Valle d'Aosta Aperta pone l'accento anche sulle «contraddizioni con la crisi climatica, le criticità oggettive rispetto al calendario FIS e la compatibilità tra il luogo scelto e il tipo di gara proposto». Si legge ancora nella nota: «Grazie all’arroganza del governo regionale, ora ci ritroviamo con centinaia di migliaia di euro gettati dalla finestra e un ghiacciaio sfregiato. Stiamo a vedere cosa dirà la Procura e la Corte dei conti, ma chi risarcirà i valdostani dei danni ambientali ed economici subiti? Su questa questione non abbasseremo la guardia: al di là della gara, quest’anno monitoreremo che i lavori per la battitura delle piste non si trasformino di nuovo in un far west senza regole, con ruspe sul ghiacciaio. Naturalmente, il nostro auspicio è che non si tratti di una semplice sospensione, ma dell'abbandono definitivo di questa competizione sul ghiacciaio», conclude VdA Aperta.
Marco Camilli