Trionfo storico a Lathi: "materiali erano importanti, ogni pezzo della squadra ha dato il massimo"
E' Federico Pellegrino il nuovo campione del mondo della sprint. Il campione di Nus ai Mondiali di Lahti è riuscito nell'impresa di conquistare la medaglia d'oro nella specialità dopo aver già fatto sua la Coppa sprint nella passata stagione.
Pellegrino ha affrontato la gara sempre in controllo e senza commettere errori. In batteria ha tenuto sotto controllo il norvegese Klaebo avendone ragione sul finale ed in semifinale ha allungato con il russo Ustiugov staccandosi dalla truppa e ha superato l'avversario nel finale, relegandolo al secondo posto. La finale è stata un capolavoro: partito avanti, ha lasciato ad Ustiugov il compito di dettare l'andatura senza mai perderlo di vista. Sull'ultima salita, poi, lo scatto per distanziare Northug, Hakola e Krogh. Erano rimasti in tre per le medaglie, ma Pellegrino era in cerca dell'oro ed è andato a prenderselo controllando Klaebo in terza posizione e passando di prepotenza il russo Ustiugov sul rettifilo per andare a prendersi il primo posto.
«Sono sensazioni che mi porterò dentro per tutta la vita - ha dichiarato l'azzurro -. E' una giornata in cui sapevo che il grosso del lavoro era stato fatto. Mi alleno da aprile per questa giornata ed anche il quarto posto della scorsa domenica ha fatto la sua parte. Sapevo che i materiali sarebbero stati importanti. Oggi, ogni pezzo della squadra ha dato il massimo e quando il massimo vuol dire campioni del mondo è il massimo. Sapevo che questa era la mia chance, è stata una giornata tosta. Ero contento quando ho saputo che si correva in notturna perché l'attenzione è tutta sugli atleti».
Pellegrino ha spiegato che «c'era questo vento che poteva essere fastidioso, ma le gambe giravano e non mi restava che aspettare gli ultimi 100 metri per attaccare. Negli anni ho fatto tanta esperienza. Io studio molto, dai miei errori e dagli altri. Oggi l'esperienza ha fatto la sua parte. L'unico mio obiettivo era dare il meglio di me stesso e penso che tutti abbiano fatto lo stesso».
Clara Rossi