«Provvedimenti sono previsti nella legge regionale e ci atteniamo alle indicazioni esplicitate»
AOSTA. Vincere del denaro è sicuramente un sogno per moltissimi italiani e, vista la crisi economica e la mancanza di lavoro, sono moltissime le persone che si affidano alla Dea Bendata per tentare di cambiare le loro sorti. L'introduzione delle slot machine ha portato ad un'ulteriore diffusione del gioco d'azzardo che, senza una prevenzione sociale e psicologica, rischia di creare non poca confusione. Negli ultimi anni infatti, la dipendenza patologica da gioco, vera e propria patologia che compromette le attività e la vita stessa della persona affetta, ha visto un incremento di casi molto preoccupante in tutta Italia.
Diverse città italiane per tentare di arginare il fenomeno stanno adottando limitazioni stringenti che colpiscono le sale slot - ad esempio a Verona l'apertura per un massimo di 8 ore dei locali - ed anche ad Aosta si parla da alcuni anni di possibili provvedimenti senza che però sinora si sia fatto nulla.
Vediamo ora, attraverso le parole del primo cittadino di Aosta Fulvio Centoz, in che direzione si sta muovendo l'Amministrazione e che cosa si è fatto per limitare le problematiche legate al gioco d'azzardo.
Ad Aosta per arginare la "piaga" della dipendenza patologica da gioco si potrebbe attuare qualche provvedimento?
«Da tempo ormai il Governo italiano così come quello regionale guardano con attenzione a questo dramma che tocca giovani, famiglie, anziani e che si consuma spesso nel silenzio. Il fenomeno ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale alla quale si sta cercando di dare una necessaria risposta efficace sia in termini socio-sanitari che dal punto di vista della regolamentazione delle sale da gioco. In particolare a livello regionale ricordo che è in vigore la recente Legge 15 giugno 2015, n. 14 sulle disposizioni in materia di prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, che introduce una serie di indicazioni anche rispetto a quello che i Comuni possono fare per incidere in questo senso. L'attenzione va ad esempio in particolare ad aperture lontane dalle scuole, dalle strutture culturali, ricreative o sportive, da strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socioassistenziale, da strutture ricettive per categorie protette e ludoteche per minori. E in questo senso è importante il lavoro e la collaborazione che esiste tra USL, istituzioni, associazioni ed enti competenti. L'esercizio delle nuove sale da gioco e di nuovi spazi per il gioco è soggetto all'autorizzazione del sindaco del Comune territorialmente competente e quindi c'è attenzione a limitare la diffusione delle slots machines. Provvedimenti sono previsti appunto nella legge regionale e ci atteniamo alle indicazioni esplicitate.»
Come primo cittadino di Aosta quale sono le sue impressioni sul rapporto di dipendenza dei suoi amministrati con le slot presenti ovunque in città?
«Si tratta certamente di una piaga sociale, che tocca molte famiglie e privati cittadini. I drammi si consumano nel privato come dicevo, con conseguenze spesso gravi che incidono sul futuro di persone e gruppi famigliari. Le famiglie fanno fatica, là dove esiste un parente toccato da questa piaga, a gestire situazioni di cui spesso non conoscono i dettagli e dove la gravità del caso si manifesta quando il danno ormai è irrimediabile. E' difficile anche per le istituzioni avere una percezione chiara del fenomeno. Ci sono per fortuna servizi e associazioni operativi sul territorio, ricordo il Servizio tossicodipendenze dell'Usl per la dipendenza da gioco d'azzardo, ci sono associazioni nate da chi è riuscito a uscire dalla ludopatia con tempo e fatica e può essere di grande aiuto a coloro che ne sono colpiti, perché è sul profilo psicologico che bisogna lavorare di più e spesso chi ne è uscito è in grado di essere d'aiuto proprio su questo fronte. Come sempre sono le reti specifiche di volontari e istituzioni a fare il grande lavoro. Non è facile intercettare chi è "malato di gioco" a meno che non siano le famiglie e gli stessi soggetti a chiedere aiuto. I meccanismi che si innestano in questi casi sono drammatici e per questo la sensibilizzazione e prevenzione al gioco sono fondamentali, fin da giovani. E' un lavoro difficile che deve partire dalla società e dico anche dai gestori dei bar che possono frenare in qualche modo i soggetti a rischio invece di osservare nel silenzio e fare cassa, il riferimento è ovviamente solo ai titolari di bar che agiscono in cattiva fede, ben mi guardo a fare un riferimento generale. Ci sono, infatti, gestori che hanno messo in atto azioni di sensibilizzazione e che agiscono per il bene dei propri clienti: ho visto baristi chiedere l'età a giovani clienti che si avvicinavano alle slots machines per assicurarsi che fossero maggiorenni. Insomma con il tempo si è creata maggiore sensibilizzazione, anche se non se ne parla tanto sappiamo che questo "male" è diffuso e i drammi continuano a consumarsi nel silenzio. Restiamo vigili come istituzioni, è un nostro dovere».
La polizia municipale di Aosta con quale frequenza controlla le sale slot e i bar dove sono presenti queste apparecchiature per evitare che vengano usate da minorenni ?
«La Polizia Locale nel limite delle proprie competenze controlla per quel che può, non disponiamo infatti di dati al riguardo in quanto la materia non è attribuita di fatto alla Polizia locale dalle norme in vigore ma alla Guardia di Finanza. I controlli tecnici inoltre sarebbero particolarmente complicati ed è per questo che circa quattro anni fa la Polizia Locale ha partecipato ad alcuni "blitz" assistendo la Guardia di Finanza limitatamente alle proprie competenze, riferite agli altri controlli di carattere amministrativo nei locali che ospitano gli apparecchi in questione. La GdF ha proceduto alla denuncia di alcuni gestori per truffa ai danni dei Monopoli dello Stato, in quanto alcuni apparecchi erano "staccati" dalla rete informatica obbligatoria del MEF; mentre la truffa diventava più ingegnosa nei casi in cui alcuni apparecchi, pur regolarmente collegati alla rete, venivano utilizzati per giocare dai gestori o da loro "complici", a locali chiusi (questo perché la legge consente ai gestori di ripartire temporalmente il sistema premiante degli apparecchi stessi e qualche gestore aveva concentrato le vincite durante il periodo di chiusura del locale per facilitare i guadagni illeciti a loro stessi o a persone a loro vicine). La Polizia locale ormai deve avere mille occhi e un occhio su questo fronte certamente non manca, ripeto però, nel limite delle proprie competenze. La collaborazione con le altre Forze dell'ordine è comunque attiva».
Ci sono state contestazioni per l'uso di slot da parte di minorenni?
«Dati in questo senso non ne abbiamo ricevuti o registrati».
Rossella Scalise