La decisione della Consulta di sospendere la legge regionale 11/2020 è stata oggetto di discussione tra i gruppi del Consiglio regionale della Valle d'Aosta
AOSTA. Il "sì" alla sospensiva della legge regionale 11/2020 ha conseguenze dirette sulla possibilità di applicare in Valle d'Aosta alcune delle deroghe finora in vigore rispetto alle disposizioni nazionali contro il Covid-19. La decisione presa in via d'urgenza dalla Corte costituzionale infatti andrà a limitare la possibilità di "interpretare" i Dpcm.
Il commento del presidente Lavevaz
L'argomento è stato dibattuto ieri dal Consiglio Valle. La questione non era all'ordine del giorno, ma la decisione arrivata dalla Consulta non poteva essere ignorata dalla politica regionale che ha votato il testo a larga maggioranza.
Intervenendo in aula il presidente della Regione Erik Lavevaz ha spiegato: "È evidente che ci viene a mancare un presupposto normativo, quindi dovremo muoverci all'interno del solco della normativa nazionale e delle prerogative in capo al Presidente della Regione". Significa che già dalle imminenti nuove disposizioni che il Governo sembra intenzionato a introdurre nelle prossime ore il presidente della Regione potrà intervenire con molto meno margine. Se, come sembra, l'Italia sarà presto quasi tutta arancione, alcune delle deroghe cui i valdostani si erano abituati nelle utlime settimane non ci saranno più.
Ancora il presidente della Regione: "Ci muoveremo come all'inizio della seconda ondata a ottobre, ma cercheremo di essere interpretativi come abbiamo fatto in questa fase cercando di adeguare alla nostra realtà alcune disposizioni, come gli spostamenti o le attività".
Comunque, ha aggiunto Lavevaz, "il fatto che la norma sia stata sospesa non deve farci desistere dall'intraprendere iniziative coraggiose: è importante continuare a far valere la nostra autonomia".
La reazione dei progressisti
Quando la legge 11/2020 è stata votata in aula, il 2 dicembre scorso, i consiglieri del Progetto Civico Progressista si sono astenuti. Nel dibattito di ieri in aula la capogruppo Erik Guichardaz ha ribadito la posizione del PCP: "la salute pubblica non può essere terreno di scontro".
La cosiddetta legge anti-Dpcm rappresentava una "sfida al Governo nazionale" e non è stata sostenuta dai progressisti. "Abbiamo invece sempre sostenuto le ordinanze del Presidente Lavevaz - ha evidenziato Guichardaz -, così come gli assessori all'istruzione e ai trasporti che hanno lavorato alla riapertura delle scuole. È stato questo un momento in cui abbiamo dimostrato la nostra autonomia. Un'autonomia che tutto il Consiglio, unanime, deve ribadire nelle sedi opportune, a partire dall'audizione dei Parlamentari della prossima settimana".
Elena Giovinazzo