Anaao-Assomed: ospedale Parini da centro di eccellenza sta diventando un piccolo presidio periferico
AOSTA. La situazione della sanità in Valle d'Aosta «è grave e le prospettive future saranno peggiori» per il settore. E' la segreteria regionale dell'Anaao - Assomed a lanciare l'allarme sul cattivo stato di salute del settore nella nostra regione (ma non solo) e a chiedere a gran voce investimenti e progetti in vista dello sciopero nazionale del venerdì 23 novembre.
«Le criticità che stanno portando al collasso il sistema sanitario anche in Valle d’Aosta, prima fra tutte la corsa al pensionamento e la fuga dei medici ospedalieri verso il privato, nascono dal disagio lavorativo crescente e dall’assenza persistente di progetti e investimenti», sottolinea il sindacato medico.
«Negli ultimi 4 anni - evidenzia Anaao-Assomed - si sono succeduti 4 assessori regionali alla sanità (attendiamo dopo pochi mesi di governo regionale il quinto…) e parimenti si sono succeduti 4 Direttori Generali (ora commissariata da mesi) dell'unica azienda USL presente in regione: con questi continui avvicendamenti, secondo voi, come si può parlare di progettazione e investimenti per la Sanità pubblica regionale?».
Il sindacato ricorda che «diversi specialisti ospedalieri (radiologi, pneumologi, anestesisti, pediatri, ortopedici, medici di pronto soccorso per fare solo un esempio) con anni di esperienza hanno chiesto il trasferimento o si sono licenziati per trasferirsi all'estero o nel privato. A questi si aggiungono i numerosi pensionamenti in corso e nei prossimi 5 anni (in alcuni casi anche prepensionamenti!). Chi li sostituirà? In una regione periferica, non adeguatamente servita da ferrovia e aereoporto, con l’autostrada tra le più costose d'Italia? E soprattutto in presenza di progressivo definanziamento della sanità e mancanza di incentivi economici e professionali per medici e dirigenti sanitari?».
Per Anaao-Assomed «la sanità ospedaliera in Valle si sta trasformando sempre più velocemente da centro di eccellenza di rilievo nazionale in piccolo presidio periferico per trattamento di emergenze/urgenze, con fuga degli specialisti da un lato e il mancato arrivo dell'altro».
«Colpire la sanità pubblica è colpire uno dei diritti essenziali: la salute dei cittadini», evidenzia infine il sindacato.
Elena Giovinazzo