L'assessore Fosson rassicura: il problema sarà risolto in tre giorni
AOSTA. Immaginate una stanza con due letti e le finestre bloccate. Immaginate poi una temperatura costante vicina ai 30° C. Immaginate ancora l'impossibilità di avere un ventilatore. Immaginate infine il sistema di condizionamento dell'aria non funzionante. Da almeno tre anni, nonostante le tante segnalazioni. Ecco, questo è il reparto di psichiatria di Aosta, situato nell'ex maternità di via Saint Martin de Corleans.
Anche in situazioni "normali" è difficile descrivere la sofferenza che si percepisce entrando in quella struttura, popolata da una umanità sofferente che cerca ristoro nelle terapie e nel supporto di medici e infermieri. Il caldo afoso di questa estate ha reso ancora più delicata la situazione. Le patologie curate in psichiatria hanno bisogno di un minimo di comfort ambientale e invece le temperature costanti vicine ai 30° C rappresentano una situazione indegna per una struttura sanitaria che dovrebbe essere curativa, non afflittiva. La professionalità di coloro che prestano la loro opera in questo mondo è eccellente, ma il caldo eccessivo non facilita certo il loro lavoro.
E' fondamentale ricordare che il reparto di psichiatria ha, per sua natura, delle ferree regole che rendono indispensabile l'uso dell'aria condizionata. Le finestre sono bloccate per impedirne l'apertura, per la sicurezza dei pazienti; non è possibile utilizzare ventilatori perché il filo elettrico, le pale e gli altri componenti sono potenzialmente pericolosi per i degenti e ovviamente i pazienti non hanno la possibilità di uscire dal reparto e prendere una "boccata d'aria" nelle ore più fresche della giornata. Ecco perchè è incomprensibile che, per almeno tre lunghi anni e per altrettante tre calde estate, l'impianto di condizionamento non abbia funzionato e nessuno sia intervenuto per risolvere un grave problema più volte segnalato.
Contattati ieri mattina tramite l'ufficio stampa a proposito di questa delicata situazione, i responsabili l'Azienda Usl hanno fatto sapere di non avere nulla da dire a riguardo. La loro risposta potrebbe essere riassunta in: "Pubblicate il vostro articolo, poi forse replicheremo".
Una buona notizia invece è arrivata dall'assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson. Contattato sempre ieri mattina, ha fatto sapere alcune ore dopo che in giornata la struttura tecnica competente, dopo il suo intervento, ha richiesto un pezzo di ricambio che permetterà di rimettere in funzione l'impianto. Dovrebbe essere questione di due, tre giorni: quasi il tempo di un battito di ciglia, contando che l'attesa dura da tre anni.
Marco Camilli