Le due associazioni sono «pronte a considerare ogni azione legale necessaria» per garantire il diritto alla salute pubblica e alla protezione dell'ambiente
Valle Virtuosa e Legambiente Valle d'Aosta chiedono «con fermezza la revoca di tutti gli atti amministrativi di concessione e rinnovo relativi alla gestione della discarica di rifiuti speciali inerti di Pompiod (ad Aymavilles), nonché la sua bonifica e chiusura definitiva».
Le associazioni ricordano gli «smaltimenti illeciti» contestati dalla procura di Aosta nel periodo «dal giugno 2018 (anno di riapertura della discarica) fino all'agosto 2019». In una nota congiunta, Valle Virtuosa e Legambiente spiegano: «numerose criticità sono emerse in fase processuale (molte delle quali ad oggi irrisolte), dalle irregolarità amministrative a quelle gestionali, che potrebbero arrecare potenzialmente gravi danni per l'ambiente e la salute pubblica, e a nostro parere in contrasto con le normative nazionali ed europee violando i normali criteri di prudenza in materia». Inoltre «questa insistenza nel voler riaprire la discarica - affermano - solleva dubbi sulla reale tutela degli interessi della comunità e dell'ambiente».
In base alle valutazioni delle due associazioni, lo studio sulle quantità di inerti da smaltire in discarica commissionato dalla Regione all'Arpa «che suggerisce la necessità di riaprire» il sito di Aymavilles conterrebbe «diverse lacune» e «stime evidentemente poco attendibili, che gonfiano il bisogno di nuove discariche, giustificando in modo improprio la necessità di riaprire Pompiod».
Le contestazioni di Valle Virtuosa e Legambiente sono numerose: la riapertura sarebbe «impraticabile perché la precedente concessione, essendo priva della procedura di Via, non è valida e quindi non rinnovabile», inoltre «la discarica non soddisfa i requisiti europei per il conferimento di rifiuti non pericolosi, come a suo tempo confermato dal parete tecnico dell'Arpa» e, si legge ancora nella nota, «non rispetta i criteri normativi per l'ubicazione, specialmente riguardo ai Cer (i codici che identificano i rifiuti) autorizzati e alle deroghe concesse, senza motivazioni adeguate». E ancora, le associazioni indicano un «rischio elevato di instabilità della massa dei rifiuti», un sistema di monitoraggio delle acque sotterranee che «non rispetta la prescrizioni di legge» e un sistema di contenimento e abbattimento delle polveri che avrebbe delle carenze.
Valle Virtuosa e Legambiente si dicono quindi «pronte a considerare ogni azione legale necessaria, inclusi ricorsi al Consiglio di Stato, per garantire che il diritto alla salute pubblica e alla protezione ambientale vengano rispettati».
M.C.