Il punto della situazione con la dott.ssa Furfaro: in aumento le misure attivate e l'età media è sempre più bassa
AOSTA. Terzo appuntamento con l'inchiesta di Aostaoggi.it sul mondo della disabilità mentale. Dopo aver inquadrato l'argomento anche sotto il profilo della normativa e parlato della situazione dei minori, oggi ci concentriamo sugli adulti. Una panoramica in tal senso arriva dall'Ufficio Tutele con la dott.ssa Gabriella Furfaro, dirigente del settore Disabilità e Invalidità civile del Dipartimento Sanità, Salute e Politiche sociali della Regione autonoma Valle d'Aosta.
Coloro che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni di questo tipo e vogliono raccontarlo, anche in forma anonima, possono contattarci scrivendo alla nostra redazione all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marco Camilli
La tutela degli adulti
Quante sono le misure di protezione giuridica attivate sul territorio regionale e in che zone?
«Al 19 settembre 2017 questo Ufficio ha in carico come misure di protezione 90 amministrazioni di sostegno, di cui 45 uomini e 45 donne; 37 tutele, di cui 22 uomini e 15 donne; 18 curatele, di cui 8 uomini e 10 donne, per un totale di 145 utenti. Questo Ufficio ha in carico utenti residenti su tutto il territorio regionale, da Courmayeur a Gaby».
Negli ultimi dieci anni le misure sono aumentate oppure no? In quale dei tre settori si è registrato l'aumento più importante?
«Negli ultimi dieci anni il numero delle misure attivate è complessivamente aumentato in maniera importante. La misura che è aumentata di più è quella dell'amministrazione di sostegno».
L'età media delle persone sottoposte a tali misure?
«Questo Ufficio ha in carico utenti dai 18 anni in su. L'età media dei nostri utenti negli ultimi anni si è abbassata notevolmente poiché sono state attivate misure di tutela per persone anche molto giovani. L'utente più giovane è nato nel 1998, e il più anziano è nato nel 1922».
Quale tipologia di malattia ha portato all'attivazione delle misure?
«Le problematiche sono le più varie. La maggior parte delle persone sono pazienti psichiatrici, sono in crescita gli utenti segnalati dal SERD per varie dipendenze. L'aumento maggiore delle misure richieste dal SERD riguarda i ludopatici. Le aperture di misure sugli anziani invece riguardano principalmente persone con Alzheimer o demenza senile».
Nei paesi di montagna più isolati è più frequente l'attivazione di tali misure?
«Non esiste una correlazione tra numero e tipologia delle misure di protezione attivate e provenienza geografica dei beneficiari. Non si può dunque dire che chi proviene dai paesi isolati di montagna abbia bisogno maggiore di misure di protezione».
Qual è il livello culturale delle persone beneficiare di misure di protezione?
«Il livello culturale medio delle persone sottoposte a misure è basso. Si parla di assolvimento dell'obbligo scolastico. Abbiamo un solo utente laureato, uno studente attualmente iscritto all'università e pochi diplomati».
La solitudine influisce?
«Si può dire che la solitudine influisca sulle misure di protezione nella misura in cui vengono attivate per mancanza di supporto all'utente da parte della rete familiare. Posso segnalare che negli ultimi due anni si è rilevato un aumento dei nuclei familiari multi problematici, nei quali anche due componenti sono stati presi in carico dall'Ufficio (abbiamo in carico due coniugi, due coppie di fratelli insieme alla madre, due coppie di fratelli senza genitori)».
La Regione contribuisce alle spese necessarie?
«La Regione non contribuisce alla gestione delle misure di protezione, ma garantisce il personale che lavora per l'Ufficio Tutele (composto dalla sottoscritta e da un istruttore tecnico che segue tutta la parte economica)».
C'è una normativa regionale che disciplina le misure di protezione?
«Non mi risulta che ci siano norme regionali che disciplinano le misure di protezione. Esse sono regolamentate dal codice civile (art. 40-432) e dalla legge n. 6 del 9 gennaio 2004. Occorre ricordare che per le persone residenti ad Aosta che superano i 65 anni di età, la competenza per i provvedimenti sopra citati è del Comune e non più della Regione».
Laura Uglietti