In Valle d'Aosta il più alto numero di casi positivi, ricoveri e pazienti in terapia intensiva per 100.000 abitanti
AOSTA. In questa seconda ondata di contagi da Covid-19 la Valle d'Aosta continua a mantenere alcuni primati poco invidiabili. Secondo una nuova elaborazione di Fondazione Gimbe riferita alla settimana dal 21 al 27 ottobre, la nostra regione ha il più alto numero di casi positivi e di ricoveri per 100.000 abitanti ed il più alto rapporto tra casi positivi e persone testate. Inoltre ha peggiorato la performance sul numero di persone sottoposte ai test.
Venendo ai dati, gli indicatori regionali indicano un aumento dei casi pari al 34,9% nel periodo preso in considerazione e 1.088 casi positivi per 100.000 abitanti, un numero nettamente più alto rispetto a tutte le altre regioni (il secondo indicatore più alto è 704 ed è della provincia autonoma di Bolzano). Nella settimana prima questo stesso indicatore era a 577.
Secondo lo stesso report la Valle è una delle sole quattro regioni in cui il numero di casi testati per 100.000 abitanti è diminuito rispetto alla settimana precedente, da 1.116 a 1.098 per la precisione.
In una ipotetica classifica, la Valle d'Aosta con il 51,1% è prima per rapporto tra positivi e casi testati (la media nazionale è 18%), prima per ricoverati con sintomi per 100.000 abitanti (78,8 con una media nazionale di 23,1) e prima per ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti (5,6 mentre la media italiana è 2,3).
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, "l'epidemia già fuori controllo in diverse aree del Paese da oltre 3 settimane insieme al continuo tentennamento di Sindaci e Presidenti di Regioni nell’attuare lockdown locali stanno spingendo l'Italia verso la chiusura totale". "I dati dell'ultima settimana - aggiunge - documentano il crollo definitivo dell'argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi. In alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali".
Elena Giovinazzo