L'ultimo caso in Valle d'Aosta risaliva al 2012 - Le precauzioni da adottare
Il servizio di Igiene degli alimenti di origine animale dell'Usl Valle d'Aosta comunica la scoperta di un cinghiale affetto da Trichinella. L'animale è stato abbattuto da cacciatori e sottoposto ai controlli di routine: dal prelievo eseguito dai veterinari è emersa la presenza del parassita.
Prima di questo caso la Trechinellosi era stata riscontrata soltanto tre volte in Valle d'Aosta nell'ultimo ventennio, la più recente delle quali risale al 2012.
Ma cos'è la Trichinellosi? «È una rara malattia che può interessare anche l'uomo», spiega il direttore della struttura complessa Igiene degli alimenti di origine animale, Emilio Bazzocchi. «Si tratta di una malattia parassitaria sostenuta da un nematode del genere Trichinella in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori o onnivori» come cinghiali, gatti, suini, cani, lupi, volpi. «Il contagio per gli animali e l'uomo avviene per via orale tramite l'ingestione di carni infestate. Nonostante si facciano controlli obbligatori per la sua prevenzione nonché per l'eradicazione dal territorio regionale risulta fondamentale la collaborazione dell'utenza ed in particolare dei cacciatori», evidenzia Bazzocchi.
Non c'è alcun allarme Trichinella attualmente. La scoperta del caso positivo alla malattia parassitaria però è l'occasione per ricordare le precauzioni a cui cacciatori e consumatori dovrebbero attendersi. I cacciatori devono prestare la massima attenzione per garantire la rintracciabilità di tutti i capi abbattuti ed evitare contaminazioni (identificare in modo univoco ogni carcassa, lavorare separatamente i capi, disinfettare coltelli e attrezzature). I consumatori devono assicurarsi che gli animali messi in vendita o ceduti dal singolo cacciatore siano stati testati per la malattia.
L'Usl ha anche pubblicato un foglio informativo che fornisce dettagli sul rischio sanitario della Trichinellosi (link).
Elena Giovinazzo