Valle d'Aosta, il disastro dell'assistenza alla disabilità mentale

Uno sfacelo sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vuole vedere

 

Psichiatria
Giorni d'inferno per la sanità valdostana sul fronte della disabilità mentale. E' un problema la cui origine si perde nella notte dei tempi e costellato da volti di assessori alla sanità che, con alterne professionalità, hanno promesso miracolose soluzioni di nessuna efficacia e applicazione.

Venerdì scorso nella periferica struttura del reparto di psichiatria ad Aosta una minorenne esplosa in un delirio di violenza ha danneggiato parti della struttura ed è riuscita anche a uscire dalla stessa. In quel momento gli operatori presenti non sono riusciti a contenerla. Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha permesso, non senza difficoltà, di fermare la minore e condurla sull'ambulanza per il trasporto all'ospedale Parini.

A Saint-Christophe questo fine settimana una minorenne si è gettata dal mezzo che la stava accompagnando in una comunità mentre percorreva la strada statale 26. Un fatto grave, su cui sono in corso degli accertamenti, che denota l'incapacità di una sanità di rispettare i suoi assistiti impegnandosi a risolvere con efficacia situazioni difficili, delicate.

Il reparto di Psichiatria vive un problema cronico di mancanza di personale. I medici sono circa la metà di quelli previsti dall'organico (dipende dal periodo e dalla risposta ai concorsi spesso deserti) e la struttura è costretta a lavorare sotto organico anche per quanto riguarda il personale infermieristico e socio-sanitario. Tutto questo mentre il carico di impegni è in crescita. Due anni di pandemia hanno segnato molte persone, anche tra le giovani generazioni. L'impatto della crisi sanitaria - cui ora si aggiunge quello della guerra - si fa sentire anche tra i più giovani. E così il lavoro cresce a fronte di un reparto che sopravvive con organico insufficiente, a sua volta provato dalle difficoltà. Un personale che fa il possibile per garantire la sicurezza dei pazienti e propria. Ma che non può certo compiere miracoli.

In Valle d'Aosta è difficile scrivere di questi problemi. La disabilità mentale troppo spesso viene ancora considerata qualcosa da nascondere, come la polvere sotto il tappeto di cui bisogna dimenticarsi il prima possibile.

Nelle diverse conferenze stampa e dichiarazioni pubbliche assessore e responsabili ribadiscono che "tutto va bene". Questo concetto di "bene" forse è riferito a qualche film visto la sera prima di addormentarsi. Intanto gli operatori sono allo sfinimento, i concorsi vanno deserti e il silenzio dovrebbe scendere sull'informazione. Ma non sarà cosi per Aostaoggi.it.

 

 

Marco Camilli

 

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