'Non sei solo': ad Aosta un primo incontro per un progetto di prevenzione al suicidio

Barmasse: un progetto regionale partecipato con i soggetti presenti sul territorio

 

Incontro a Palazzo regionale 'Non sei solo'

Prevenzione dei suicidi: un tema importante che passa dal coinvolgimento di più soggetti, istituzionali e non. A Palazzo regionale martedì si è tenuto un primo incontro interistituzionale dedicato a uno specifico progetto di prevenzione al suicidio, "Non sei solo, non sei solo. Concediti del tempo, chiedi aiuto".

Presente all'incontro l'assessore regionale alla sanità, Roberto Barmasse, che nel suo intervento introduttivo ha ricordato come in Valle d'Aosta l'incidenza dei suicidi sia «quattro volte superiore alla media nazionale». L'esponente del governo regionale ha spiegato: «Lo sforzo che vogliamo compiere è promuovere e coordinare l'attuazione di un progetto regionale di prevenzione al suicidio in maniera partecipata e soprattutto di concerto con tutte le varie componenti e soggetti presenti sul territorio».

Le linee guida definite nel corso dell'incontro coprono più fronti, da una prevenzione basata su "sentinelle" in grado di individuare il disagio alla realizzazione di interventi concreti per scoraggiare i gesto anticonservativo. Ne è un esempio il sistema installato al tristemente noto ponte di Introd dotato recentemente di telecamere e allarme sonoro che si attiva se qualcuno tenta di sporgersi oltre il parapetto. Lo stesso intervento potrebbe essere compiuto in altri ponti della Valle d'Aosta. 

Ponte di Introd

Nelle intenzioni del progetto antisuicidio un'attenzione speciale è rivolta ai giovani e campagne di informazione rivolte alla cittadinanza. Inoltre i diversi soggetti coinvolti collaboreranno per rendere più semplice l'aiuto delle persone che convivono con il "male oscuro" o che si trovano in momenti di estrema difficoltà e fragilità. È inoltre previsto un sostegno ai sopravvissuti.

Nel corso dell'incontro è stata anche presentata l'associazione "Il Mandorlo Fiorito" di cui fanno parte persone che hanno vissuto in prima persona il profondo disagio che conduce al tentativo di suicidio. «Vogliamo arrivare il più possibile vicino alle persone e diventare il più possibile un punto di riferimento sia per supportare e incoraggiare altri sopravvissuti sull'esempio dei gruppi di auto e mutuo aiuto, sia per aiutare coloro che si trovano ad affrontare, per sé o per i loro famigliari, il problema del comportamento suicidario», ha spiegato la presidente Paola Longo.

 

 

Clara Rossi

 

 

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