Nella bozza di Atto aziendale emergono nuove fonti di preoccupazione sul futuro della sanità pubblica
I numeri estremamente piccoli della Valle d'Aosta in termini di popolazione mettono a rischio il mantenimento di parte dei servizi della sanità pubblica. È una delle considerazioni che emerge dalla bozza del nuovo Atto aziendale dell'Usl, che attualmente è all'esame delle commissioni del Consiglio regionale.
L'Atto aziendale riporta alcune valutazioni sullo stato della sanità valdostana e sulle sue prospettive. "Per molte procedure specialistiche - si legge nel documento - è previsto un numero minimo di atti operatori perché sia riconosciuta la qualità delle stesse. Da questo punto di vista l'esiguità della popolazione, da cui deriva la limitatezza della casistica possibile, rappresenta un freno alla possibilità di crescita e sviluppo delle specialità ospedaliere ed in alcuni casi ciò rappresenta addirittura una minaccia allo stesso mantenimento dei servizi".
La Valle d'Aosta inoltre patisce alcuni svantaggi che altre regioni italiane non hanno. La bozza di Atto aziendale ne sottolinea tre in particolare: la particolare collocazione geografica e la distanza dai centri universitari di formazione, la "popolazione numericamente limitata che esprime necessariamente un minor numero di professionisti sanitari" e, non da ultimo, la concorrenza d'oltralpe. "La vicinanza con la Francia ed in particolare con la Svizzera - si legge - rappresenta un'ulteriore criticità per la conseguente mobilità del personale verso le nazioni confinanti. La maggiore disponibilità economica, elemento sufficiente in passato per contrastare il gap descritto, non è più attualmente sufficiente a contrastare il fenomeno".
A questi elementi va sommato un problema comune a tutta Italia: la "scarsità di professionalità sanitarie presenti sul mercato del lavoro a livello nazionale, che rendono difficile il reclutamento del personale necessario".
C.R.
