Ecoreati, Legambiente: nel 2014 in Valle d'Aosta 45 infrazioni accertate

 

In Italia quasi 4 reati ogni ora e un giro d'affari di 22 miliardi di euro

ambiente-reatiNel 2014 il giro di affari delle Ecomafie cresce ancora e raggiunge i 22 miliardi di euro, con un incremento di 7 miliardi rispetto all'anno precedente. I reati sono stati 29.293, circa 80 al giorno, quasi 4 ogni ora, con un aumento delle infrazioni nel settore dei rifiuti (più 26%) e del cemento (più 4,3%) perlopiù "alimentate dalla corruzione". È questa la situazione fotografia dal nuovo rapporto Ecomafia di Legambiente, sull'illegalità ambientale, presentato oggi a Roma.

In Valle d'Aosta le infrazioni accertate sono 45, pari allo 0,2% del totale nazionale, e le denunce 60. Non risultano arresti legati all'illegalità ambientale mentre i sequestri sono 14.

Cresce l'incidenza criminale nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di infrazioni (ben 14.736), con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri. Calano i reti in Campania (-21% circa), forse per via dei tanti riflettori accesi di recente sulla regione, e aumentano gli illeciti in Puglia, col 15,4% dei reati accertati (4.499), 4.159 denunce e 5 arresti.

"Quella del 2015 è una data straordinaria - ha dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni -, l'anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l'ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell'ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti".

Di questo parla anche Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, che nell'intervista di Toni Mira contenuta nel rapporto afferma: "Gli appalti pubblici nel settore dell'ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata". I dati in questo senso parlano da soli. Sono ben 233 le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale, concluse con l'arresto di 2.529 persone e la denuncia di 2.016, grazie al contributo di 64 procure di diciotto regioni. La Lombardia è la prima regione dove il fenomeno corruttivo si è maggiormente diffuso con 31 indagini, seguita subito dopo dalla Sicilia con 28 inchieste, la Campania con 27, il Lazio con 26 e la Calabria con 22. Dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell'Alta velocità, dai Grandi eventi alle ricostruzioni post terremoto, dalla gestione dei rifiuti all'enogastronomia e alle rinnovabili, il fenomeno è purtroppo nazionale.

 

Elena Giovinazzo

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