Il Comitato per la Riforma Elettorale: Sei mesi senza deliberazione, è omissione non motivata di atti richiesti
Il Coordinamento del Comitato per la Riforma Elettorale presenta una diffida al presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin per non aver fatto sì che «a sei mesi di distanza dalla richiesta, il Consiglio regionale si esprimesse sulla richiesta di referendum consultivo avanzata da 3.363 elettori».
«L'intimazione rivolta la Presidente del Consiglio - spiega in una nota il Coordinamento - è di provvedere ad iscrivere l'argomento referendum consultivo all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio entro trenta giorni. In difetto il Comitato si riserva di assumere le iniziative legali che l'Ordinamento prevede a tutela dei diritti che attualmente risultato violati».
Il verbale sulla validità della richiesta di referendum consultivo risale al 10 giugno scorso, ma finora il Consiglio Valle non ha preso alcuna decisione. Il dossier è fermo in Commissione, che di recente ha stabilito di sentire un costituzionalista sull'ammissibilità del referendum.
«Si tratta - si legge nella diffida del Comitato - di un comportamento ingiustificato e ingiustificabile ed è compito del presidente impegnare il Consiglio perché provveda a quanto previsto dalla legge».
«Sei mesi per prendere una decisione di competenza del Consiglio non sono giustificati - afferma ancora il CRE - e a nostro avviso il contegno del presidente costituisce una omissione non motivata di atti richiesti: il diritto al referendum consultivo è previsto dallo Statuto speciale, e disciplinato dalla legge regionale n. 19/2003, si tratta di un diritto costituzionale che non può essere impunemente ignorato».
M.C.