Chiesti i dati statistici sui capi predati in Valle d'Aosta per combattere i "tentativi di speculazione"
AOSTA. La Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) ha chiesto alla Regione di accedere alle statistiche sul numero di capi di allevamento predati dai lupi nel 2015 e nel 2016 in Valle d'Aosta. La richiesta è stata inviata dopo gli annunci su un possibile piano di abbattimento dei predatori e sull'attivazione di risarcimenti economici per gli allevatori che subiscono perdite.
Secondo la Lega nazionale per la difesa del cane in Valle d'Aosta non c'è un'emergenza lupi, ma al contrario esiste la volontà di "far pressioni (paventando uccisioni di lupi) al solo scopo di usufruire di maggiori benefici economici".
"Come è triste consuetudine in Italia - accusa Lndc - , molto spesso quando si parla di lupi si parla di rimborsi richiesti dagli allevatori per i danni, reali e/o presunti, causati dai predatori. Come al solito le lobby degli allevatori, supportate da forze politiche locali, hanno alzato la voce in sede regionale lamentando danni come sempre incalcolabili e chiedendo interventi risarcitori, non escludendo l'eliminazione fisica del ''problema''". In Valle tuttavia, continua la Lega, "non si contano più di 25 esemplari e le predazioni parrebbe siano numericamente in linea con quella dell'anno precedente: di cosa si sta parlando, quindi? Probabilmente di soldi, null'altro".
Lndc riprende le dichiarazioni "delle autorità del Parco Nazionale del Gran Paradiso risalenti a circa un anno fa in cui si attestava un solo caso di predazione, mentre gli oltre quaranta fra capre e agnelli uccisi e feriti non erano oggettivamente riscontrabili e pertanto non risarcibili". Oltretutto, afferma la Lega, permane la "consueta e dura a morire abitudine di non custodire adeguatamente le greggi con sistemi (recinti elettrificati e/o cani da guardiania) che scongiurerebbero qualsiasi rischio di predazione".
"Questi sono i dati e gli elementi ufficiali, tutto il resto - conclude la Lega nazionale per la difesa del cane - sono puramente fantasie o peggio tentativi di speculazione".
Elena Giovinazzo