AOSTA. La Valle d'Aosta è all'ottavo posto per speranza di vita, al 55° posto (su 107 province) per l'indice di salute e, secondo un'indagine effettuata alla fine del 2018, offre servizi ospedalieri graditi ai più. Con questi dati l'assessorato regionale alla sanità e l'Azienda Usl della Valle d'Aosta rispondono alle criticità sulla sanità valdostana di cui si parla ormai da tempo.
«Spesso la sanità valdostana viene presentata come allo sbando: non è vero», ha affermato in occasione di una conferenza stampa l'assessore Mauro Baccega. In effetti, grazie anche ad una sanità a misura d'uomo garantita dai piccoli numeri, sotto molti aspetti la Valle d'Aosta può vantare un servizio sanitario regionale di buon livello. Esistono però problematiche che sembrano essere ben lontane dalla soluzione.
Chi segue le cronache nazionali avrà letto in questi giorni che la Regione Veneto ha bandito un concorso per 80 medici a cui hanno risposto appena 3 candidati e che la Regione Molise ricorre ai medici militari. Il problema è quindi nazionale, ma la Valle d'Aosta ha a disposizione delle carte in più per risolvere il problema. Per ora tuttavia non ci sè riuscita.
Dall'inizio del 2018 ad oggi il personale medico è diminuito da 341 a 327 unità. I reparti più in difficoltà sono psichiatria, dove a fronte di 12 medici previsti ce ne sono 6 che presto diventeranno 5; la dermatologia, dove le liste di attesa arrivano a 78 giorni di media (erano 13 a dicembre 2017); la radiologia, in cui si devono attendere 100 giorni per un esame, e la cardiologia, dove invece servono 215 giorni per sottoporsi ad una visita con Ecg.
«Per abbattere le liste di attesa stiamo lavorando alla sottoscrizione di convenzioni coi privati», ha spiegato l'assessore Baccega. Il direttore sanitario dell'Azienda Usl, Eugenio Nebiolo, ha annunciato anche il ricorso alla libera professione intramuraria con il pagamento del ticket, il concorso per nuovi cardiologi (6 le domande) previsto a fine giugno e l'arrivo di due medici psichiatri ambulatoriali.
Difficile prevedere quali risultati avranno questi interventi. Altre contromisure annunciate nei mesi scorsi non hanno sortito particolari effetti: il concorso per nuovi medici psichiatri per esempio è andato deserto e le annunciate convenzioni per far arrivare medici da Ivrea, oltre a non aver inciso sulla situazione, sono state bloccate dall'Asl torinese competente.
M.C.